venerdì 14 dicembre 2012

Chi vuole entrare nei Friends and Family?

Da un paio di mesi, ogni settimana un qualche amico mi chiede di entrare come finanziatore.  Finora ho sempre declinato, con l'idea che questo è un progetto serio con importanti cifre in ballo, i mille euro di un amico darebbero più problemi che altro.  Inoltre davo per scontato che le valutazioni immaginate dai miei amici, canditati finanziatori, fossero irrealistiche.  C'era chi mi chiedeva qualche punto percentuale per contribuire saltuariamente, e cose del genere.

Ma forse mi sbagliavo.  Ho provato a spiegare a due di questi amici che le valutazioni su cui ci muoviamo sono molto alte, e non mi hanno risposto con degli insulti, hanno detto che ci ragioneranno.

Allora si cambia, e anzi metto in pubblico questa possibilità di entrare.  In fondo i soldi ci servono, perché andare dai VC in questa fase, in cui ancora non esiste il prototipo, è difficile, e i friends and family attuali (preferisco non parlare di fools ...) iniziano a essere tirati.

La situazione è questa: al momento abbiamo un fondo F&F di circa 200k, che ci basta a sostenere i costi di progettazione dei prossimi due mesi (oltre a quelli già spesi).  Poi avremo bisogno di altri 200k circa, per arrivare da febbraio a maggio, con cui copriremo i costi di industrializzazione (gli stampi pelano).  Dopodiché ci serviranno circa 500k (o 1M ancora meglio, possiamo partire più in grande / più veloci), essenzialmente per magazzino e marketing.  Con questi raggiungiamo il picco del cashflow negativo, e a fine 2013 i soldi iniziano a rientrare.

Lo step intermedio è forse quello più difficile, perché dai colloqui avuti finora riteniamo che quando avremo il prototipo da mostrare sarà tutto più facile.  Le condizioni che stiamo ponendo sono:
- Per l'ultimo step, da 500k, daremo il 10% di quote sociali (o il 20% per 1M, più conveniente);
- Per lo step intermedio, i prossimi 200k, è giusto offrire quindi un prezzo migliore a chi ci crede per primo, e quindi possiamo dare il 5% anziché il 4%.

Ecco, i numeri sono in piazza.  Non sono noccioline, lo so.  Ma ho scoperto che c'è chi capisce queste valutazioni, anche tra gli amici, quindi basta imbarazzi.

P.S.: Come arriviamo a queste valutazioni?  Per entrare in dettaglio ci vorrà un altro post, ma in linea generale è semplice: noi prevediamo un margine lordo di € 100 per ogni paio di occhiali venduto, e immaginando di flessibilizzare tutti i costi fissi arriviamo a un utile di € 50 per occhiale.  Perciò se ad esempio ne vendiamo 100.000 l'anno avremo un utile di 5M, e la capitalizzazione ci rientra in un anno, gli anni successivi sono tutti soldi in più.
Naturalmente potremmo venderne solo un quinto di questi 100.000, oppure cinque volte tanti, questa è l'alea.  Le stime che stiamo facendo in diversi modi puntano su quest'ordine di grandezza, ma dipendono anche da quanto spenderemo in marketing, e soprattutto dalle alleanze strategiche per la distribuzione che riusciremo a fare.

martedì 11 dicembre 2012

Anche Telecom Italia si interessa

Ieri lungo incontro a Torino con Telecom Italia.  C'era uno squadrone di persone, e hanno voluto sapere tutto nei dettagli.  Alla fine sembravano piuttosto interessati, siamo rimasti che li terremo aggiornati sull'avanzamento lavori, e in particolare sulla disponibilità dei primi prototipi.  Le forme di collaborazione sono ancora tutte da valutare, ma intanto abbiamo stabilito un collegamento, valuteranno loro. 

Se son rose fioriranno ...

mercoledì 5 dicembre 2012

L'opera da due lenti

Ecco un bel nuovo cliente che ci aspetta!  Si chiama Operavoice.  Ci ha chiamato ora, loro predispongono i soprtatitoli nei teatri sopra la scena o inseriti nelle poltrone.  Gli occhiali sarebbero ideali, permettendo di non disotgliere lo sguardo. 

In questo caso l'implementazione sarà diversa da quella abituale, in quanto gli occhiali non saranno di proprietà degli utilizzatori, ma del teatro.  E' un vantaggio, perché non è necessario chiedere a ogni utente di scaricare l'applicazione sul suo telefonino, sarebbe una complicazione non da poco (a parte il fatto che i teatri sono generalmente schermati).  Quindi dovremo settare gli occhiali in modo da connettersi non col telefonino, ma con l'intranet di Operavoice, bypassando del tutto il telefonino.

L'idea è di partire magari con un set ridotto di occhiali nei teatri interessati, tipo una cinquantina anche se il teatro è da duemila posti, a crescere si fa sempre in tempo.  Così il direttore del teatro può verificare l'interesse del pubblico, e avrà una fonte di guadagno in più, e noi maggiore visibilità.  Potremo avere anche la scelta della lingua, in modo da dare al pubblico più possibilità rispetto ai sopratitoli generali.

E' lo stesso concetto che già avevamo previsto per Ariadne e per MovieReading, con poche varianti.